Su di me


Qualcosa su di me




Mi chiamo Manuel Malavenda e sono nato il 27 Settembre 1994 a Sassuolo, anche se adesso abito a Formigine, sempre in provincia di Modena. Ho origini calabresi in quanto entrambi i miei genitori sono originari di Reggio Calabria. Ho una sorella, Cristel, più grande di me di ben sette anni. Sono sempre stato una persona molto attiva: fino ad oggi ho praticato diversi sport, tra cui ballo hip hop, pallamano, nuoto, pallavolo e palestra, e mi sono impegnato ad essere un animatore presso il centro estivo del mio piccolo paesino.

Trasformare pensieri, storie, avventure, in parole non mi è mai sembrato molto difficile, ma se si tratta di dover racchiudere tutto me stesso in quelle medesime parole, allora la questione inizia a complicarsi. E' difficile parlare di se stessi, dipingersi con precisione, proprio perché penso che l'animo umano sia una delle cose più complicate nell'intero universo, ma da qualche parte dovrò pur cominciare...
La prima cosa che tutti pensano vedendomi è che sono timido, ma non penso che sia la parola che più mi rappresenti. Piuttosto direi che sono una persona riservata, che non ama parlare troppo di sé, che non ama esternare quello che prova e a cui non piace parlare dei propri problemi. Certo, a volte la timidezza è come un muro che mi si para davanti, ma mi serve semplicemente un po' di tempo per riuscire a superarlo. Sono una persona riflessiva, non mi piace agire senza pensare alle conseguenze, anche se purtroppo a volte l'istinto è più forte di ogni altra cosa e riesce a guidarmi.
Credo di essere una persona abbastanza creativa. Mi piace tutto ciò che riguarda l'arte di esprimere sentimenti: amo leggere e scrivere, disegnare, la musica.
Non mi reputo una persona migliore di altre, ma cerco sempre di migliorarmi perchè, come dice un detto indiano, la vera nobiltà non sta nell'essere migliore di un altro, ma nel migliorarsi sempre, giorno dopo giorno, che è anche un po' la morale del mio libro.
Certo sono molto più di queste sole parole, ma forse aggiungendo ad esse le righe de "Il bambino che voleva vedere l'alba", dove volente o nolente ho lasciato un po' di me, si potrà ricostruire un piccolo quadro di me, con miliardi di sfaccettature diverse.

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